Cosa manca oggi al Movimento 5 Stelle


 Il Movimento 5 Stelle alle ultime elezioni locali ha preso “cifre da prefisso telefonico”, direbbe Beppe Grillo. Mentre ai ballottaggi, dove era presente o avrebbe potuto essere decisivo, e’ stato ininfluente. È pur vero che a livello locale il Movimento non ha “quasi” mai avuto grandi risultati. Tuttavia ci sono state grandi vittorie in passato: Parma, Sicilia, Torino, Roma, Livorno, Assemini, etc. È anche vero che ad oggi i sondaggi mostrano che il Movimento resta al di sotto del PD e la Meloni, nonostante l’operato del suo governo, mantiene un alto consenso, anche se l’astensionismo resta il partito di maggioranza.


Come mai, sebbene il governo attuale sembri una brutta copia del governo Draghi ed il PD a guida Schlein supporti certe politiche (armi, inceneritori, etc.) il Movimento non cresce?


È vero che la maggioranza dei media non fa che oscurare e attaccare il Movimento. Ma questo scenario non è diverso da quello che precedeva le elezioni politiche del 2013 e del 2018. Cosa c’è di diverso?!


Giuseppe Conte, nonostante le critiche che lo hanno attaccato sin dall’inizio, si è rivelato essere una persona capace, pragmatica e anche se gli si possono rimproverare alcuni errori si e’ dimostrata una persona integra nel suo modo di agire e operare. Anzi, è riuscito a far resuscitare dalle ceneri una formazione politica che sembrava in crisi, con tante figure note al secondo mandato, dandogli pure un organizzazione che prima non c’era.


Cosa c’era nel Movimento pre 2013, oscurato criticato ed attaccato su tutti i media, di diverso rispetto al Movimento di oggi?


Prima del 2013 il Movimento non aveva eletti ma una base attiva, e pure critica, e che poteva vedere di persona gli effetti del proprio agire. Chi si avvicinava ai Meet Up ed ai gruppi locali che si erano formati autonomamente partecipava a raccolte firme, discussioni, selezioni di potenziali candidati, banchetti informativi, e molte altre attivita’ che non venivano pubblicizzate dai media tradizionali ma erano coordinate dagli stessi attivisti tramite la rete e social media. Mentre in televisione e sui giornali la narrativa sosteneva che il Movimento fosse formato da incompetenti, fascisti, inesperti e controllati da Grillo e Casaleggio, parenti, amici e conoscenti degli attivisti conoscevano idee e valori di chi partecipava, vedevano gli sforzi e i risultati che costoro ottenevano. Questo pose dei seri dubbi sulle costanti diffamazioni nei confronti di una forza politica appena nata, e il Movimento prese il 25% la prima volta che si presentò alle elezioni!


Naturalmente i gruppi locali non erano sempre luoghi maturi in cui le scelte venivano fatte a seguito di discussioni trasparenti e inclusive - spesso questo dipendeva dalla maturità e capacità di chi era stato eletto e manteneva i rapporti con la base ed i gruppi locali - cosa che causò non pochi problemi incluso l’elezione di persone inadeguate. Che ci fosse un problema nella gestione - o meglio autogestione - dei gruppi locali era chiaro, ma purtroppo l’unico modo con cui il Movimento provò a risolverlo fu un post di Alessandro Di Battista e Roberto Fico sul Blog di Beppe Grillo - lettera ai Meet Up - a cui non ci fu alcun seguito (in quei giorni risposi alla loro lettera con questo post lettera a Roberto Fico e Alessandro Di Battista).


Comunque quando i gruppi locali funzionavano bene molti cittadini, professionisti e competenti, contribuirono a scrivere interrogazioni parlamentari, valutare leggi da votare o presentare, a fare controinformazione e aumentare il consenso. E nel 2018 il Movimento prese addirittura piu’ del 32% alle elezioni politiche.


Oggi, sebbene l’organizzazione del Movimento sia cresciuta e finalmente si pone anche una maggiore attenzione nella scelta dei candidati, la base si trova in un momento di lontananza senza precedenti. Se vicina a qualche eletto puo’ seguire gli eventi che questi organizza e farsi dei selfie (come prima) ma in sostanza ascolta e si sente dire cosa è giusto fare, un po’ come succede negli altri partiti. Non può più contribuire come prima con tutti gli effetti che questo aveva su parenti e conoscenti che pur sono elettori.


Il 23 Novembre 2022 fu inviata una mail agli iscritti al Movimento che informava e dava le istruzioni per la nascita dei Gruppi Territoriali. Oltre all’accettazione del regolamento le modalità erano semplici: se almeno 30 persone avessero espresso la volontà di creare un gruppo locale il gruppo sarebbe stato istituito. Tuttavia, anche se finalmente a Maggio sono stati approvati i primi gruppi territoriali, ad oggi non ci sono novità e se ci sono degli eventi locali questo dipende esclusivamente dall’operato degli eletti e di chi li segue, mentre gli altri cittadini seguono le vicende e l’operato dei 5 Stelle tramite i media tradizionali: cosa che difficilmente aumenterà il consenso.


Probabilmente la lentezza nella formazione di tali gruppi dipende dalla diffidenza - quante volte a livello locale scontri e divisioni hanno causato più problemi che benefici!? - o dalla paura di perdere il controllo - da parte di chi non è o non si crede all’altezza rispetto a chi si avvicina e partecipa attivamente, per paura di potenziali guastatori o per semplice diffidenza nei confronti di chi porta avanti critiche invece del supporto incondizionato. Questi sono rischi importanti, però Giuseppe Conte e la classe dirigente del Movimento dovrebbero prendere coscienza del fatto che il rischio di ignorare l’importanza della formazione e di una gestione oculata dei gruppi locali è ben più grande di quelli che questo comporta: quello di restare da una parte irrilevanti per mancanza di voti e soprattutto di impedire una crescita che possa avvalersi del contributo di tutti coloro che vogliono un'Italia migliore.


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